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Daniele Pecci e Maddalena Crippa in scena al Tosti con l’Amleto

Posted by: Antonio Tucci    Tags:      Posted date:  Gennaio 29, 2017  |  No comment

TEATRO TOSTI ORTONA
STAGIONE DI PROSA 2016/2017
VENERDÌ 16 DICEMBRE ORE 21.15

DANIELE PECCI MADDALENA CRIPPA
AMLETO
di W. SHAKESPEARE

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BIGLIETTI
II settore: euro 13.00 / ridotto euro 10.00 
III settore: euro 9.00 / ridotto euro 7.00
Le riduzioni per i biglietti sono a favore degli spettatori 
di età fino a 26 anni e oltre 65
Biglietti in vendita presso il Botteghino del Teatro 
il giorno 16 dicembre dalle ore 18.00
Non è possibile acquistare più di due biglietti per persona
info 329.1968711

Apertura del Teatro ore 20.30
Si raccomanda la massima puntualità,
non sarà possibile entrare in Teatro a spettacolo iniziato

DANIELE PECCI MADDALENA CRIPPA
AMLETO
di W. SHAKESPEARE

Con
ROSARIO COPPOLINO GIUSEPPE ANTIGNATI 
SERGIO BASILE FRANCESCO BONOMO 
MARIO PIETRAMALA MARCO IMPARATO MARIACHIARA DIMITRI VITO FAVATA PIERPAOLO DE MEJO

Uno spettacolo curato da
DANIELE PECCI
Costumi di MAURIZIO MILLENOTTI

Compagnia MOLIERE

NOTE DI REGIA
Un uomo, da solo. Da solo con la sua coscienza. Un compito: la vita. Ma anche la paura, terribile, che immobilizza: la nostra. Esiste il “nostro” futuro? O esiste il destino?
Non è dato sapere.
Almeno per ora, almeno per l’uomo, cosiddetto moderno. Quello che forse conta però, è che queste domande costituiscano un ponte, che collega noi stessi a quell’uomo moderno, a quell’uomo shakespeariano, vissuto nel Milleseicento: siamo sostanzialmente gli stessi.
L’Amleto di Shakespeare è il testo teatrale più importante dell’era moderna. Vi è in esso un’analisi profonda dell’umano sentire, in rapporto alle problematicità del vivere quotidiano. Meglio di chiunque altro, e soprattutto per primo, Shakespeare è riuscito a raccontare le infinite contraddizioni dell’essere umano, di fronte all’impegno che questo deve assumersi per poter anche semplicemente stare al mondo; affrontare il futuro, il destino, l’amore, le ingiustizie, le controversie, il dolore, la perdita ecc. In esso sono ben dosate le rappresentazioni del mondo grande, lo stato, i grandi destini e temi dell’umanità, e il microcosmo familiare dei sentimenti più intimi e segreti.
In questo senso per me, è il testo più moderno, più urgente, e come tale mi sprona più di ogni altro alla sua rappresentazione, anche in veste registica. Il mio impegno è quello di proporre al pubblico contemporaneo, uno spettacolo contemporaneo. Non già con l’intento di mediare, sovrapporsi, o nella migliore delle ipotesi, aggiungersi, alla miriade di interpretazioni che dal 1601 ad oggi sono state fatte; sarebbe un esercizio di stile fine a se stesso e soprattutto assolutamente vano per il pubblico nuovo, del quale ci sentiamo di dover tenere conto in maniera particolare.
Elemento nodale, è ovviamente il testo: traduzione e adattamento. Leggermente tagliato (durerebbe altrimenti più di quattro ore) ma fedele, non alterato, e con una traduzione atta a esaltarne tutte le possibilità poetiche, ma in una prosa semplice, scorrevole, di facile comprensione, e con una messa in scena e una recitazione che si propongono di essere vicine al nostro mondo, senza simbolismi e sovrastrutture che si frappongano fra i 14 attori sul palcoscenico ed il pubblico.
Daniele Pecci

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Antonio Tucci




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